Il progetto “Fantàsia” è’ un omaggio al celebre romanzo di Michael Ende, “La storia infinita”, ambientata nel magico mondo di Fantàsia, dove, in forza del potere creativo della fantasia, è possibile estendersi senza limiti spazio-temporali di sorta al di là di ogni confine fisico e di ogni barriera mentale, immaginando il futuro e riscrivendo il passato, ma soprattutto reinventando il nostro presente in modo da non venire più sopraffatti dall’indifferenza.
Rispetto alla strategia europea sulla disabilità 2010 – 2020: “un modello trasferibile a risposta di uno degli ambiti d’azione principali della Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni”.
L’anello mancante della catena dei servizi sociosanitari
In Italia, così come negli altri Paesi Europei, manca quel luogo protetto di formazione, orientamento lavorativo che collabori attivamente con il Centro di Competenza della Malattia Rara e/o di complessità assistenziale in sinergia con gli organi istituzionali del territorio, ma che sia nello stesso tempo un vero luogo di lavoro. La scuola, così come i servizi di integrazione lavorativa delle ASL e i servizi degli assessorati alle politiche sociali dei Comuni, non conoscono i problemi reali di un’azienda e pertanto non possiedono quegli elementi necessari per aiutare queste persone “speciali” nella ricerca delle proprie abilità. Fantàsia va a posizionarsi in questo contesto; risponde ad HORIZON 2020 per le iniziative per l’inclusione lavorativa delle persone fragili ed è innovativo per la capacità di autofinanziarsi pur avendo nel suo interno personale diversamente abile ma che con il passare del tempo diventa addirittura produttivo, e che una volta terminato “il periodo di pre apprendistato”, possiede quel bagaglio di esperienza che gli permette di affrontare il mondo del lavoro e di usufruire pienamente dei benfici dati dai diritti esigibili.
Il modello di trasferibilità è frutto di un’attenta analisi di cosa accade alle persone con disabilità lieve intellettiva relazionale dopo la scuola e del fatto che gli esercenti non sono consapevoli che queste persone hanno delle abilità, che necessitano però di tempi più lunghi rispetto alla normalità per emergere. Abilità che una volta percepite e implementate permettono una mirata collocazione nel mondo del lavoro. Pertanto, in collaborazione con il SIL (Servizio di integrazione Lavorativa) dell’ULSS ex 12 veneziana, con il Comune di Venezia (assessorato al Commercio e assessorato alle Politiche Sociali), con l’Istituto Professionale per i servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera “Andrea Barbarigo di Venezia”, con le categorie degli esercenti presenti sul territorio, l’associazione UNIAMO GOLDIN Impresa Sociale sostenuta dalla ditta di consulenza specializzata sui servizi socio sanitari Sinodè di Padova ha strutturato questo innovativo modello di trasferibilità a risposta di un latente adempimento della legge 68/99 da parte degli esercenti.
Perché il progetto Fantàsia ha riscontrato molta attenzione sia nazionale, sia europea e molto poca nel territorio veneziano dove esso si è realizzato?
Per la sua unicità, innovatività e trasferibilità:
1. l’unicità è data dall’idea di trasferire in operatività il concetto di rete a servizio della persona. La conoscenza scientifica della malattia rara e come essa si manifesta quotidianamente nella vita della persona affetta con fatica viene trasmessa dal centro di competenza e/o dal Presidio della rete di MR al territorio. L’UVMD l’Unità Valutativa Multidimensionale, quale servizio delegato ad una valutazione funzionale delle abilità delle persone disabili con malattia rara, non lavora in maniera coordinata con i Centri di Competenza, con le scuole, con i Servizi della stessa ULSS dediti all’inclusione lavorativa (SIL) e con le assistenti sociali del Comune.
2. L’innovatività è data dalla sua sostenibilità: è il cliente stesso che usufruendo del servizio, lo rende sostenibile. Questo è il concetto innovativo di “Impresa sociale” dove il “fine” è la produzione o lo scambio di beni o servizi di utilità sociale, diretta a realizzare finalità di interesse generale dato dall’esercizio in via stabile e principale di un’attività economica organizzata
3. La trasferibilità è data dalla diversità di “attività” economica che si intende svolgere per la produzione o lo scambio di beni e di servizi di utilità sociale. Può essere un’attività di ristorazione, come di qualsiasi altra imprenditoria.
Tuttavia l’attività principale è quella di “studiare le abilità lavorative” delle persone con disabilità “burdline” che non hanno un riconoscimento di invalidità tale da entrare in un range protetto superiore al 73% e nello stesso tempo risultano doppiamente svantaggiati per l’atto del MLPS del 2013 dove una persona svantaggiata è anche colei che non ha un diploma di scuola secondaria. Di conseguenza risulta che molte persona con disabilità cognitiva lieve vedono negati i loro diritti di “inclusione lavorativa” perché non hanno sviluppato anche solo quelle abilità per sostenere una prova, e/o un colloquio.
Un’attività economica attenta al sociale perché di “servizio sociale” che può essere in una qualsiasi struttura e in un qualsiasi luogo.
Perché Venezia.
– Perché Venezia è una isola dove i i servizi sanitari e socio sanitari sono lontani dai Centri di Competenza / di conoscenza e pertanto è difficile trasferire quanto scritto nel descritto punto 1; dove la maggior parte di queste persone “studiano” c/o le scuole tecniche per ottenere un “attestato di frequenza”: dall’Istituto d’arte all’alberghiero. Dove però l’unico sbocco lavorativo ad oggi sembra essere quello turistico alberghiero dato dalla ristorazione. Ma che dai dati forniti dall’Istituto Alberghiero Barbarigo, risulta che ogni hanno vengono licenziati ben 40 ragazzi “burdline” con attestato di frequenza, ma che poi non trovano un’occupazione regolare per sviluppare le competenze acquisiti in quanto mancano le strutture dove queste persone possano acquisire competenze pratiche in un contesto di normalità nel rispetto dei loro tempi. Competenze che arrivano da obiettivi minimi e massimi definiti in quell’UVMD sopra citato e sono la base dei Decreti attuativi del DL 155/2015 in via di definizione da parte del MLPS.
– Perché anche a Venezia ci sono molte persone descritte nel punto 3;
– Perché l’ufficio di collocamento mirato attua una politica di discriminazione per l’applicazione dei bandi della legge 68.